È difficile dire in poche parole che cosa sia l’Alchimia, tanto più che durante il corso della sua storia essa ha subito non poche trasformazioni.
In realtà la parola "trasformazione" è ciò che più si avvicina ad una sua definizione, l’Alchimia è appunto la scienza della trasformazione e ne studia i suoi processi, sia che si tratti di processi inerenti all’uomo, sia che appartengano alla natura.
Lo scopo principale dell’Alchimia è appunto quello di comprendere questi processi e di utilizzarli a vantaggio dell’uomo e si tratta sempre e comunque di trasformazioni verso il meglio, si tratti di trasformare il piombo in oro o di trasformare l’uomo in dio.
Nel 1330 Pietro Bono da Ferrara definì il lavoro dell’alchimista "ricerca di ciò che non c’è ancora".
I più antichi testi di Alchimia a noi pervenuti affondano le radici nell’antichità e sono redatti in lingua greca, sebbene spesso siano stati composti in terra egizia.
Gli scritti si conservano in poche copie bizantine del X-XI secolo, la più famosa delle quali è costituita dal Codex Marcianus gr. 299 (Biblioteca Marciana, Venezia).
Con l’espansione dell’Islam anche l’Alchimia, insieme al resto della letteratura greca, giunse in mani arabe, e fece, in quel contesto, decisivi passi avanti.
L’Europa latina venne a conoscenza dell’Alchimia solo nel XII secolo grazie alle traduzioni dall’arabo realizzate in Spagna e in Sicilia e la nuova scienza si diffuse come un incendio, nacquero manuali e apologie, perché, di pari passo con la sua diffusione, l’Alchimia vide aumentare anche il numero dei suoi oppositori.
Nel XIV e XV secolo vengono composti nuovi testi che si connotano espressamente come alchimia europea, e, per la prima volta, si incontrano opere in volgare.
Sulla scia di Paracelso l’alchimia diviene campo di battaglia di concezioni della scienza e del sapere diverse e inconciliabili tra loro, aprendo la strada ad una nuova medicina.
Prima di essere accantonata in epoca illuminista perché ritenuta superata, la ricerca alchemica produce ancora raccolte monumentali e innumerevoli traduzioni di tutti gli antichi testi della sua tradizione.
L'alchimia è l'arte della trasformazione, l’Ars Magna, praticandola noi saremo in grado di poter produrre tutta una serie di mutamenti nella materia, oggetto del nostro lavoro, per poterla elevare ad un nuovo stato, dal grezzo al sottile, dal metallo vile all'oro.
Questo però non è il vero significato di quanto si è letto, questo è solo il significato letterale delle parole, ciò che appare a chi non sa, il vero significato è simbolico e sta a rappresentare il lavoro che ognuno di noi deve operare su se stesso quando ci si prefigge di raggiungere la conoscenza e la piena coscienza del Se.
Secondo l'ipotesi più accettata, la parola Alchimia deriva, dall'arabo al-kimia oppure dall’egizio al-chem ed il suo significato etimologico è quello di "scienza della terra nera", ossia della materia primordiale. Gli istinti dell'uomo fanno parte di questa energia primordiale.
Contrariamente a quanto molti credono, l'Alchimia non era l'antica arte spagirica, l'arte, cioè, di fare composti medici e chimici, ma era ed è, soprattutto, l'Arte della trasformazione e dell'elevazione spirituale.
Il lavoro alchemico consiste principalmente nell'operare, interiormente, su queste energie primordiali, indirizzarle, svilupparle e sublimarle fino a raggiungere la piena conoscenza e nel compiere questo lavoro l'alchimista diviene partecipe del lavoro di perfezionamento della Natura.
L'alchimista, nel portare avanti il suo lavoro, si avvale di tre principi, lo zolfo, il mercurio ed il sale, nel suo Athanor, il forno degli alchimisti che fornisce il fuoco indispensabile per produrre ogni trasformazione, egli cuoce i suoi materiali e sorveglia la giusta intensità della fiamma che dovrà essere costante e non dovrà spegnersi mai.
Lo scopo finale del lavoro alchemico è quello di produrre la Pietra filosofale, l'Elisir, la Tintura, grazie alla Pietra, il metallo vile si trasforma in oro, le passioni umane, cioè, sublimano in fuoco spirituale.
Nel ricercare la fusione di questi principi dentro di se, nel ricercare la seconda nascita, l'alchimista collabora a portare a compimento i disegni della Natura.
L’Athanor e la fucina alchemica, rappresentano l’animo umano, i tre Principi, invece, le energie presenti nel macro e microcosmo.
Lo Zolfo è il principio attivo, il Mercurio è quello passivo ed il Sale è ciò che lega i due Principi.
[Modificato da Ash. 05/06/2022 10:51]