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I SETTE VELI DI ISIDE LA NERA

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2022 12:55
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PRIMO VELO: LA DEA UNIVERSALE

"Avevo appena chiuso gli occhi, quand’ecco che sulla superficie del mare apparve una divina immagine, un volto degno d’essere venerato dagli stessi dei. Poi la luminosa parvenza sorse a poco a poco con tutto il corpo fuori dalle acque e a me parve di vederla, ferma, dinanzi a me.
Mi proverò a descrivervi il suo aspetto mirabile [...] Anzitutto i capelli, folti e lunghi, appena ondulati, che mollemente le cascavano sul collo divino. Una corona di fiori variopinti le cingeva in alto la testa e proprio in mezzo alla fronte un disco piatto, a guisa di specchio ma che rappresentava la luna, mandava candidi barbagli di luce. Ai lati, a destra e a sinistra, lo stringevano le spire irte e guizzanti di serpenti e, in alto, era sormontato da spighe di grano. Indossava una tunica di bisso leggero dal color cangiante [...] ma [...] soprattutto confondeva il mio sguardo [...] la sopravveste nerissima, dai cupi riflessi, che - girandole intorno alla vita - le risaliva su per il fianco destro fino alla spalla sinistra e di qui stretta da

un nodo le ricadeva sul davanti in un ampio drappeggio ondeggiante [...] Quei lembi e tutto il tessuto erano disseminati di stelle scintillanti e in mezzo a esse una luna piena diffondeva la sua vivida luce: lungo tutta la balza di questo magnifico manto, per quanto esso era ampio, correva un’ininterrotta ghirlanda di fiori e di frutti d’ogni specie.
Gli attributi della dea erano poi i più diversi. Nella destra recava, infatti, un sistro di bronzo [...] Dalla mano sinistra, invece, pendeva un vasello d’oro a forma di barca dal manico ornato da un’aspide con la testa ritta e il collo rigonfio. Ai suoi piedi divini calzava sandali intessuti con foglie di palma, il simbolo della vittoria.
Tale e così maestosa [...] si degnò di parlarmi la dea.
Eccomi o Lucio, [...] io la madre della natura, la signora di tutti gli elementi, l’origine e il principio di tutte le età, la più grande di tutte le divinità, la regina dei morti, la prima dei celesti, colei che in sé riassume l’immagine di tutti gli dei e di tutte le dee, che con il suo cenno governa le altezze luminose del cielo, i salubri venti del mare, i desolati silenzi dell’oltretomba e la cui potenza, unica, tutto il mondo onora sotto varie forme, con diversi riti e differenti nomi. Per questo i Frigi [...] mi chiamano Pessinunzia (1) Madre degli dei, gli autoctoni attici Minerva Cecropia (2), i Ciprioti circondati dal mare Venere Pafia (3), i Cretesi arcieri famosi Diana Dittinna (4), i Siculi trilingui Proserpina Stigia (5), gli antichi abitatori di Eleusi Cerere Attica (6), altri Giunone, altri Bellona (7), altri Ecate, altri ancora Ramnusia, ma [gli] Etiopi [...] e gli Egizi, così grandi per la loro antica sapienza [...], mi chiamano con il mio vero nome: Iside Regina (8)."

Siamo nel II secolo d.C., in piena epoca alessandrina e la Dea egizia ha ormai acquisito quei tratti universalistici che permetteranno al suo culto di sopravvivere ancora a lungo sotto le più svariate maschere.
Lo stesso Apuleio era iniziato ai Misteri di Iside, una forma cultuale ellenizzata che s’ispirava ai poteri rivitalizzanti della Dea. Lo scrittore propone Iside come fonte originaria e prototipo di tutte le Dee, quasi che nella "Regina" egizia si concentrasse ogni possibile aspetto della Femminilità, quello oscuro di morte e guerra al pari di quelli luminosi dell’amore, della maternità, della magia, della virtù terapeutica.

In particolare Iside fu sovrapposta in una quasi assoluta identità di alcuni episodi mitici (non abbiamo agio di ripercorrerli ma chiunque può procedere a rapidi confronti su un qualsiasi testo divulgativo) con la greca Demetra, Dea del grano, tema su cui peraltro avremo modo di tornare e già accennato nella connotazione iconografica fornita da Apuleio, dove appunto la Iside "Cerere Attica" è raffigurata con le spighe di grano che sormontano il disco lunare. Inoltre Iside era chiamata "la Nera" (9) proprio come Demetra (nel mondo antico era il colore della fertilità) e tale caratteristica sarà forse il principale veicolo del proliferare di Madonne Nere in Europa, tutte, non a caso, dotate di virtù curative.

Dea-Uccello (le sono sacri l’avvoltoio, l’anatra, la rondine) e Dea-Serpente come la Grande Madre della preistoria europea, Dea-Vacca in quanto Signora della Luna e sposa di Osiride-Toro, e ancora Dea del mare e della navigazione (funzione poi ereditata in epoca cristiana da Maria), Iside è stata, e per molti versi è ancora, un personaggio di forte rilievo in ambiti magici e alchemici: basti pensare, ma è solo un esempio, ai documenti ermetici dei primi secoli d.C., come "Kore Kosmou", "Fanciulla del Cosmo", o l’alchemico "Iside la profetessa a suo figlio Horo", nei quali viene effigiata quale detentrice di Sapienza.

Il culto di Iside ebbe straordinaria diffusione nel mondo ellenistico-romano e ancora il suo mito fu recuperato nel Rinascimento, che la sovrappose anche alla Dea Fortuna.
Ritroviamo Iside perfino nel secolo dei lumi, quando certi studiosi francesi, e poi Napoleone con loro, dettero credito alla leggenda che voleva la Dea fondatrice di Parigi: argomento per una lettura approfondita del quale rimandiamo al celebre saggio "La ricerca di Iside" di Jurgis Baltrusaitis, dove sono appunto analizzati i molteplici modi con cui l’Egitto ha continuato ad affascinare per secoli l’Occidente, talora sotto forma di una vera egittomania.
[Modificato da Astarte 29/07/2022 11:54]
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