...a me è capitato tra le mani qlc suo fumetto e mi è piaciuto molto, il carattere delineato da Crepax per lei, per certi versi, somiglia molto al mio.
...questa è una breve storia di Valentina tratta da un articolo di Daniela Minuti
Valentina è vissuta nel suo autore, Guido Crepax, come lui Valentina vive in via De Amicis 42 a Milano, come lui adora Kafka, Frankenstain e Prust e come lui legge il Manifesto ed i fumetti dell’uomo mascherato e Mandrake.
Un giorno Valentina vede l’attrice Louise Brooks nel film Lulù, il vaso di Pandora di G. W. Pabst, torna a casa e si taglia i capelli. Da allora li porterà a caschetto. Crepax non nasconde di essersi ispirato all’attrice per creare Valentina ma il risultato è un personaggio completamente nuovo: la Brooks incarnava il simbolo della donna ammaliatrice, con la sua aria innocente tesa a nascondere il suo istinto di mantide.
Valentina è una donna moderna, emancipata Valentina non è un angelo edificante, non tiene affatto alla conservazione del mondo attuale, cerca di liberarsi da pastoie ed inibizioni, non conosce moralismi ed ipocrisie. Valentina non è una tiranna domestica: sempre travolta dalle vicende, contesa tra un amore ed un incubo.
Valentina non è un’avventuriera sedotta: caso mai potrebbe essere definita, al contrario una seduttrice avventurosa, ma la definizione offuscherebbe la realtà del personaggio, il suo irriducibile rispetto degli altri.
Valentina non è un’esibizionista candida: non nasconde certo il suo corpo, fortunatamente, non lo capitalizza, si spoglia di frequente, anche senza che le strappino i vestiti di dosso, ma è abbastanza consapevole, né stordita, né maliziosa.
Valentina è viva perché è ancora attuale, a rivederli oggi, i suoi fumetti, sono belli come allora, il tratto di Crepax è moderno, la scomposizione della tavola travolge ancora ed il fascino dei disegni e dei racconti è intatto, anche nelle parti più spinte. Valentina è ancora sexy anche se non più politicamente scorretta .
Le sue storie sono anche un trattato di storia sociale, il suo mondo è un ritratto così preciso della borghesia colta e di sinistra di quegli anni, da sembrarne una caricatura probabilmente voluta).
Valentina vive. Ha vissuto come tutte noi donne vorremmo vivere: faceva quel che voleva, era indipendente, aveva un bel lavoro da fotografa, viaggiava, era una femminista ante litteram, frequentava la borghesia colta di sinistra degli anni sessanta-settanta, aveva un compagno attraente e molto poco italiano. Tutta questa libertà «la lasciava libera nelle sue fantasie, libera di avventurarsi in mondi sconosciuti, di fare di tutto con i personaggi più mirabolanti… ma c’è sempre un prezzo! Valentina l'ha pagata con il sorriso.
Tutte noi avremmo voluto essere delle Valentine da grandi, solo, delle Valentine più allegre, meno elegantemente malinconiche