buongiorno amici, buon solstizio e auguri tanti di buone feste
Il Solstizio d'Inverno
Eccoci arrivati al Solstizio d’Inverno, il giorno più corto dell’anno. Quest’anno è caduto alle 5.49 del mattino di oggi 22 dicembre, ora di Roma: da un punto di vista astronomico, è il momento in cui il Sole ha la sua declinazione più meridionale, a -23.5 gradi.
In altre parole, il Polo Nord è "angolato" a circa 23.5 gradi dal Sole, il che implica che sulla Terra (nell’emisfero Nord) arriva meno luce. Dal giorno successivo, le giornate riprendono ad allungarsi per raggiungere la parità (12 di luce e 12 di buio) con l’equinozio di primavera, a fine marzo, e il massimo della luce con il solstizio d’estate, a fine giugno.
Tradizionalmente il solstizio d’inverno viene annunciato, o almeno si crede che avvenga, il 21 dicembre. Ma non è sempre così, complice la precessione degli equinozi e i piccoli ma importanti "aggiustamenti" che tramite gli anni bisestili dobbiamo imprimere al calendario per non perdere il vero ritmo del Sole. Ci sono stati solstizi anche il 20 e il 23 dicembre: quest’ultimo caso si è presentato nel 1903 e non si ripeterà fino al 2303.
Un’altra curiosità è legata al fatto che mentre la giornata di luce è effettivamente la più breve dell’anno, il tramonto non avviene prima. Anche qui, la "colpa" è delle approssimazioni legate al "tempo umano": le giornate non sono di 24 ore esatte, e questo implica lo strano fenomeno per cui, alcuni giorni prima del solstizio invernale i tramonti non "anticipano" rispetto all’ora normale. Per questo, i tramonti più "anticipati" si verificano in realtà prima del solstizio mentre le albe più in ritardo si vedono nei giorni immediatamente successivi.
Che significa Solstizio? Dal latino "solstitium", ovvero "il Sole sta fermo". Nei giorni di solstizio, l’astro dà l’impressione di rimanere sospeso nel cielo (all’altezza del Tropico del Capricorno) per poi "invertire" la sua marcia.
Perché è importante nella cultura umana? Storicamente, i solstizi servivano alle antiche popolazioni sia per "regolare" i loro calendari, ma anche per ultimare la preparazione delle scorte per l’inverno, dal macello delle bestie alla fermentazione dei liquori. Senza contare l’aspetto "spettacolare" del solstizio, in cui secondo le varie culture antiche, il Sole vinceva finalmente la sua battaglia con l’oscurità, ricominciando a scaldare in modo maggiore la Terra. Insomma, una serie di "bilanci" di fine anno che gli esseri umani fanno sin dalla preistoria.
Qquell’avvenimento iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati, ad esempio presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Esso, inoltre, ispirò il "frammento 66" dell’opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell’Eneide). Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee: i Gallo-Celti lo denominarono "Alban Arthuan" (rinascita del dio Sole); i Germani, "Yulè" (la ruota dell’anno); gli Scandinavi "Jul" (ruota solare); i Finnici "July" (tempesta di neve); i Lapponi "Juvla"; i Russi "Karatciun" (il giorno più corto).
Infatti, intorno alla data del 25 Dicembre, quasi tutti i popoli hanno sempre celebrato la nascita dei loro Esseri Divini o soprannaturali: in Egitto si festeggiava la nascita del dio Horo e il padre, Osiride, si credeva fosse nato nello stesso periodo; nel Messico pre-colombiano nasceva il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone o Adonis; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente; Krishna, in India; Scing-Shin in Cina; in Persia, si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore ed a Babilonia vedeva la luce il dio Tammuz, "Unico Figlio" della dea Ishtar, rappresentata col figlio divino fra le braccia e con, intorno al capo, un’aureola di dodici stelle.
Nella Romanità, in una data compresa tra il 21 e il 25 dicembre, si celebrava solennemente la rinascita del Sole, il "Dies Natalis Solis Invicti", il giorno del Natale del Sole Invitto, dopo l’introduzione, sotto l’Imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mithra nelle tradizioni religiose romane e l’edificazione del suo tempio nel campus Agrippae, l’attuale piazza San Silvestro a Roma, che era praticamente incluso all’interno di un più vasto ciclo di festività che i Romani chiamavano Saturnalia, festività dedicate a Saturno, Re dell’Età dell’Oro, che, a partire dal 217 a .C. e dopo le successive riforme introdotte da Cesare e da Caligola, si prolungavano dal 17 al 25 Dicembre e finivano con le Larentalia o festa dei Lari, le divinità tutelari incaricate di proteggere i raccolti, le strade, le città, la famiglia.
[Modificato da sicander88 23/12/2015 11:22]